domenica 13 settembre 2009

Il saprofago degli anime


saprofago [sa-prò-fa-go] agg. (pl.m. -gi, f. -ghe)
• biol. Che si nutre di sostanze organiche in decomposizione


Così viene definito, da una delle tante enciclopedie in lingua italiana, il termine saprofago. Tale termine non poteva essere più azzeccato per definire quello che ho consapevolmente deciso di essere, niente più che un Otaku di prima generazione che ha deciso di nurtrirsi di tutti quei cadaveri (che io chiamano d'ora in poi "Anime Putrefatti", prendendo dal termine "Fujoshi") che l'industria dell'animazione giapponese si è lasciata indietro. Indipendentemente che siano bei titoli o schifosi, a me non importa. Penso semplicemente che certi titoli devono essere visti, conservati e la loro esistenza almeno testimoniata. Non è possibile che un patrimonio culturale della storia dell'intrattenimento come quello dell'animazione giapponese sia schiacciato da una generazione di Otaku la cui voglia di consumare è pari da una fame bulimica. In cui un anime di due anni fa è già "vecchiume".

Queste ovviamente sono le "cazzate da turisti". La verità che è voglio solo prendermi una rivincita verso tutti quei ricordi che mi vedono ammirato da quello strano formato a dischi ottici e con tutti quei cartoni animati dall'aspetto così figo che vedevo online nei siti americani, nelle riviste e sui cataloghi (stile quello Hunter).

Prossimamente altre informazioni sul formato Laser Disc e sul lettore che mi arriverà dalla Francia.

Alcuni esempi di Anime Putrefatti.


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