sabato 8 gennaio 2011

Dalle piccole cose nascono mondi


Cosa sono in fondo le piccole cose? Per uno sceneggiatore sono tutto, sono quelle cose creano un universo intero. Spesso infatti basta molto poco per scatenare il "big bang", serve molto meno di un libro o di un film intero. L'esempio lampante l'ho avuto stamattina. Mentre mi stavo recando carico di materiale per il trasloco nello studio (dal quale sto scrivendo questo post) passo davanti ad un esercizio "commerciale" e vedo il proprietario appoggiato all'uscio. E' vestito in maniera sobria ed ha in volto una espressone un po' annoiata. Questa immagine non è niente di così particolare, in fondo quante volte l'abbiamo vista? Quello che ha colpito la fantasia è stato che l'esercizio commerciale non era una mesticheria, un tabaccaio o un fruttivendolo. Era un negozio di pompe funebri. Boom. Big Bang. iI guinzaglio che tiene a bada la mia fantasia mi scappa di mano e parte a razzo verso chissà dove. Mi sono immaginato che quella mattina quell'uomo si sia alzato malissimo, con un bruttissimo sapore in bocca e con la consapevolezza che quella sarebbe stata una "giornata di merda". Sale sulla macchina e si avvia verso lavoro, ma sulla strada trova traffico, confermando la sua impressione iniziale. Arrivato in ufficio in ritardo pensa di trovare sulla segretaria un sacco di messaggi, ma stranamente non risultano messaggi in essa. Incomincia allora il normale lavoro amministrativo, in attesa di una chiamata o di un cliente. Una volta finito il lavoro amministrativo però si rende conto che né il telefono, né il suo cellulare, né il fax hanno squillato / stampato qualcosa. Apre l'agenda per vedere se aveva degli appuntamenti, ma la pagina di quel giorno è vuota. E pensa che sia strano che non se ne sia accorto il giorno prima. Ne approfitta per sistemare alcuni documenti, cose così arretrate che aveva quasi dimenticato di fare. Nonostante questo però continua a guardare il sobrio orologio da parete. Come se fosse un centometrista pronto a scattare, ad afferrare la cornetta al primo squillo / segnale di partenza. Eppure tutto tace. Decide quindi, annoiato, di mettersi appoggiato sull'uscio e di scrutare i passanti alla ricerca di non si sa che cosa. A quel punto passo io e per un attimo di guardiamo. Chissà cosa avrà pensato di me? A questo punto cosa potrebbe succedere? Una raffica di telefonate? Un appuntamento che si è scordato di inserire nell'agenda? Mi viene da pensare che forse quel giorno non accadrà assolutamente nulla e alla fine del suo turno, passata la staffetta al suo socio (quello che fa le nottate e che risponde alle emergenze), se ne tornerà a casa. Penso anche che forse gli sia venuto in mente che potrebbe uscire quella sera, andare a bere qualcosa con qualche amico. Ma poi concludo che forse sarebbe meglio se tornasse a casa e si mettesse a dormire. Perché di nottate passate fuori casa cercando di dimenticare un giorno orribile ne avrà tantissime, avere il lusso di riposare senza i pesi della giornata che ti gravano addosso è una occasione rara. Perché in fondo se la morte è beffarda nel colpire con falce, lo è ancora di più a trattenere il colpo.

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